L'art.17 del CAD dopo il decreto correttivo 2017

Il c.d. Decreto correttivo al CAD (che in realtà è un decreto di integrazione e modifica del DL 26 agosto 2016 che ha introdotto le ultime modifiche al CAD) ha introdotto alcune novità anche nell'ambito dell'art. 17.

Finalmente c'è un nome

Prima modifica di un certo rilievo è quella della "rubrica" che passa da un generico "Strutture per l'organizzazione, l'innovazione e le tecnologie" ad un più consono "Responsabile per la transizione digitale e difensore civico". Finalmente alla struttura finora chiamata "di cui all'art.17" è stato attribuito un nome anche se permane la già evidenziata ambiguità relativa al fatto che il Responsabile per la transizione digitale non è una persona ma una struttura.

Nuove attribuzioni

Al Responsabile per la transizione al digitale sono state anche incrementate le attribuzioni aggiungendo "pianificazione e coordinamento degli acquisti di soluzioni e sistemi informatici, telematici e di telecomunicazione" anche in relazione alla loro compatibilità con l'Agenda Digitale e il recente Piano Triennale.
Questa ulteriore attribuzione non fa che rafforzare la tesi già sostenuta dall'Onorevole Coppola (e tanti altri) che la struttura da individuare sia quella, laddove esiste, dell'ICT. Se così non fosse l'IT Manager si vedrebbe svuotato di tutte le competenze, financo quella dell'acquisizione dei beni/servizi che costituiscono il Sistema Informativo lasciandolo di fatto disoccupato.

Unico Responsabile per più amministrazioni

Per venire incontro alle piccole amministrazioni locali è stata introdotta la possibilità di condividere la struttura Responsabile per la transizione al digitale o più precisamente, come indica la norma, di "esercitarla in forma associata".
Aiuto solo parziale in quanto non sembra tener conto del fatto che molti piccoli comuni sono già seguiti da Consorzi o analoghe strutture in forma associata per quanto riguarda l'IT e sarebbe stato opportuno oltre che logico consentire a queste stesse strutture di svolgere la funzione di Responsabile per la transizione digitale.

Difensore civico digitale (questo sconosciuto) 

Se già il numero delle Amministrazioni che hanno nominato il Responsabile per la transizione al digitale è prossimo allo zero, non vi è traccia di amministrazioni che abbiano provveduto alla nomina dell'altra figura, ugualmente importante, prevista dall'art.17 al comma 1-quater, il difensore civico digitale. Fatto questo che ha infastidito non poche associazioni/movimenti per i diritti/tutela dei cittadini.
Il legislatore prendendo atto di questa totale disadempienza, probabilmente anche dovuta alla difficoltà oggettiva nel trovare nella amministrazione una figura dotata delle caratteristiche di "terzietà, autonomia e imparzialità" richieste dalla norma ha deciso di attribuire ad Agid stessa questo ruolo. Quindi dall'entrata in vigore del decreto sarà possibile segnalare ad Agid attraverso apposita area del suo sito istituzionale "presunte violazioni del Codice e ogni altra norma in materia di digitalizzazione ed innovazione della pubblica amministrazione". La delega ad Agid, già oberatissima in questo periodo, lascia qualche perplessità, ma certamente meno che non l'aspettare che la singola amministrazione istituisca una simile figura.

Insomma il correttivo introdotto dal gruppo Piacentini tende a rafforzare le figure previste dall'art.17; non sembra però del tutto centrato perché lascia ancora adito ad interpretazioni (anche distorte) su chi debba essere la struttura Responsabile per la transizione digitale anche laddove esista una struttura dirigenziale a cui fa capo l'IT. Anche la possibilità di esercitare in modo associato tale funzione è perfettibile.

Insomma ci sarebbe ancora spazio per alcuni miglioramenti, speriamo che questi possano essere recepiti nei passaggi che ancora il decreto dovrà affrontare prima della sua approvazione definitiva.